tuttologia in direzione contraria

I SenzaSavoia

È un giorno amarissimo. In un batter di ciglia siamo stati privati dalle illuminazioni pinocchiopolitiche di Sergio Savoia, uomo-Faber della Turrita fin dagli anni Ottanta. Passerà alla Radio e Televisione della Svizzera Italiana, grembo dal quale era stato espulso più di dieci anni fa e risarcito economicamente e moralmente in tribunale. Un grande rientro, dunque, ma nel contempo una perdita per noi Pinocchi che ancora credevamo in lui come Grillo Parlante. Se n’è andato, così, a nemmeno un anno dalla sua poderosa rielezione in Gran Consiglio e a pochi mesi dalla temeraria lotta per sedere a Berna. Ci mancheranno le sue battaglie sulle frontiere in connubio con la Lega e l’Udc; ci mancherà la sua fermezza nel guidare i Verdi e allontanare i dissidenti perniciosi come mamma Gysin; ci mancherà quella sua aria vecchio stile da cabarettista mordace e sapiente; ci mancherà quella sua aria superba mentre annuncia una qualsivoglia opinione.

Ci fidavamo di lui, riponevamo nella sua illuminazione progressista le nostre speranze di contadini decaduti. È bastata una chiamata di Don Canetta per far crollare tutto (“Savoia è risultato nettamente il migliore tra la sessantina di persone che hanno concorso per quel ruolo. Questa è stata la valutazione finale al termine delle severe e rigorose selezioni” spiega il direttorone). Almeno in questo non c’erano dubbi: Lui è il Migliore, per questo ce l’hanno sequestrato. Severo e rigoroso come le norme.

Ora che si fa? Si potrebbe aspettare un’arguta evoluzione della saga sulla dogana di Camedo o della Collina delle ginestre; potremmo attendere lezioni di italiano con annessa derisione delle nostre miserie lessicali di stampo ticinese; potremmo trepidare per un karaoke dove lui interpreta De André, come faceva a vent’anni fuori dal Porta Ticinese, umile come tanti studenti senza né arte né parte; potremmo farci incuriosire da una sua inchiesta sul porno online in Ticino. Ma no, invece, niente di tutto questo. Lui sarà solo uno che si occupa di “Promozione in antenna”, qualsiasi cosa voglia dire, ma che a noi sembra un limbo insopportabile. Abbandonati i vibranti comizi e le appassionate dissertazioni sul Tutto, non parlerà però alla radio o alla tele, non parteciperà a programmi, con grave nocumento per Lui e per la cultura in generale. Siamo un po’ più poveri.

Un peccato.

 

gene

 

Postilla

E se l’impiego fosse un Cavallo di Troia, e Lui pronto a balzar fuori per sovvertire l’ordine costituito, a conquistare il microfono e comandare l’etere tutto solo? Sarebbe un capolavoro.


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