tuttologia in direzione contraria

Tenere botta

Mentre impazzava il Sessantotto, due di noi erano ancora alle prese con le barchette di legno nelle Amazzoni del Rio Bass, con i sandali di plastica contro i ciottoli. Mentre quelli del Sessantotto sono ora alle prese con gli agi della pensione, due di noi sguazzano ancora nel procelloso Rio Bass e al posto delle barchette di legno, fanno navigare parole e storie. Quelli del Sessantotto non sanno più cosa sono, se non pensionati; quei due sono ancora giovani e alla pensione non pensano (anche perché…).

In poco meno di cinquant’anni parrebbe che i sogni siano stati traditi proprio da quelli che li agitavano, risucchiati nel Capitale reale e in fuga dal Capitale di Marx. Camminano in un mondo di macerie con le Timberland o simili, pensando alla casa di montagna e al declino della sinistra. Occupano ancora posti di comando, almeno alcuni, e in modo così avvitato che gli scranni piangono. Due di noi, che il Sessantotto hanno cominciato a capirlo nel ’77, e nemmeno del tutto, sono andati avanti con i sabot e i capelli al vento: scarpe grosse-cervello fino, per certe cose. Per certe altre, disadattati o sognatori, che è poi la stessa cosa, secondo quelli del Sessantotto. Quei due continuano a vivere di parole allineate con onestà, un vestito dell’anima irrinunciabile, e prendendola come viene, mentre gli ex vestono il loro corpo in modo diligente per nascondere il vuoto che tengono dentro gelosamente.

Due di noi sono libertari evoluti e sempre poco allineati, due Drughi moderatamente felici drugo 2e pronti a far navigare barchette mentre di là folleggia il Millennio. Come questi due, altri fratelli vanno sparsi nel mondo, a volte riconoscendosi, altre volte ignari della comune bellezza. Due di noi non ce la fanno nemmeno più a ridere del gregge: lo ignorano, evitando di discutere con idioti, che poi non si vede la differenza.

Agli ex fa rabbia che questi due, e quelli come loro, siano sostanzialmente contenti sotto le loro facce mal rasate e avvolte dal fumo (orrore!). La sicurezza li ferma ogni tanto alle tre di notte, ma anche il mattino, sui treni e alle dogane, e un giorno finiranno dentro per qualcosa di orribile, tipo la propaganda alla voglia di vivere. Hanno un solo cruccio, quei due: che le loro parole, invece che tagliare le coscienze e ravvivare i cuori, cadano nel vuoto che c’è. Possibile. Del resto sono finiti laggiù anche quelli del Sessantotto. Per l’evenienza, i due preparano barchette di legno e tengono botta.

 

gene

 

Postilla

Le citazioni sono richieste d’affetto- Frank, Sabbione, 2008

Grazie a Jeffrey Lebowski, Ivano Fossati, Walter Rosselli, Circolo Carlo Vanza, Pino Cacucci


Lascia un commento