La questione relativa alle unioni gay disturba l’Italia che, ferma a un medioevo solitario e
sorvegliato dal Vaticano, è la più arretrata tra le nazioni europee su questo tema. La politica si divide, Renzi spinge ma con fare democristiano e con un profluvio di termini inglesi per confondere le idee, col risultato di dare fiato agli oscurantisti che vorrebbero una società, e una famiglia, a loro misura: uomo-donna-bambini-casa-chiesa e scuola (meglio se privata e religiosa). A milioni, i cittadini scendono in piazza a dire di piantarla sulle discriminazioni sessuali e premendo per i diritti civici di tutte le unioni, siano esse etero o omosessuali.
In questo contesto retrogrado si è inserito il Papa, che in Italia comanda ancora eccome sull’agenda etica. Ebbene, dopo una serie di presunte rivoluzioni sulle diseguaglianze strombazzate da tutti i media del mondo, Francesco ha detto che la sola famiglia riconosciuta da Dio è quella tra uomo e donna, come se lui ne sapesse qualcosa e non dovrebbe invece come Papa essere almeno in semifinale ai campionati mondiali di astinenza, come disse il saggio.
In sostanza, Bergoglio ha gettato la maschera, quella che lo nascose ben bene al tempo di Videla e dei desaparecidos argentini. E qui arriva l’arrampicata più curiosa, quella di Eugenio Scalfari, che dal suo pulpito domenicale su Repubblica cerca di difendere il Papa, che lui chiama Francesco fin dal giorno del suo insediamento e con il quale ha intessuto una relazione pericolosa tra ateismo e fede cristiana.
Scalfari, uomo che certo ha avuto meriti giornalistici come fondatore di Repubblica ma da tempo tromboneggia noioso, titola il suo sermone: “Papa Francesco sulla famiglia non ha fatto nessun passo indietro”. E poi annega nelle sue stesse parole, tagliando e medicando.
Orbene.
Lo scriba qua è da 15 anni che compra e legge Repubblica tutti i giorni (salvo per alcune scorribande in terre discoste, rare del resto), ma un’oregiatada di questo livello su quelle colonne non l’aveva letta mai. Il mondo capovolto: l’ateo Scalfari che si erge ad azzeccagarbugli di Francesco, il teologo e credente Vito Mancuso, sempre su Repubblica, che fa il punto sul concetto e sull’etimologia della parola “Famiglia”, smentendo e smontando il Papa. Il tutto mentre il mondo va avanti con gli occhi bene aperti. Il fatto poi che sia Dio a dire che la famiglia è così e così, è come se lo dicessero Maradona e Checco Zalone, solo che almeno questi due esistono e sono divertenti.
Per tornare alla famosa legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, il parlamento italiano ha inoltrato ben seimila (6000) emendamenti, provenienti da ogni area d’appartenenza. Come dire, che il rischio di affossarla è alto e che il Papa e Scalfari, dall’alto della loro unione contro natura (che sembra simile a quella che osteggiano), nel caso saranno correi con le loro posizioni cadaveriche. È anche chiaro che il Paese Italia in questa settimana aveva da discettare sul “finocchio” dato da Sarri a Mancini, con annessi comunicati, scuse reiterate respinte e accettate, e squalifica di due giornate al primo e una al secondo (forse perché ha detto di non essere finocchio ma ne sarebbe orgoglioso?). A Bergoglio e a Scalfari allora quante gliene toccherebbero?
gene
Postilla
Ritagliato l’articolo di Scalfari e bruciato nel camino.
L’articolo e il giornale stesso era dello scriba, pagato 3 frs al botteghino della stazione di Locarno.
Allo scriba è venuta la diarrea.
