Or s’appressa Carnevale e da qualche parte impazza. Dì di pazzi che un po’ impazzano o
impazziscono di tanto.
L’altra sera in una valle, nel fiorire della gioia, quattro idioti hanno insidiato, con le botte e gli improperi, tutti quanti i convenuti.
L’accorta sicurezza è sopraggiunta quando tutto era finito e le scatole hanno rotto a tutti quelli che appoggiati all’innocua loro maschera lacrimavano in mestizia.
Bellinzona la più forte partirà tra qualche giorno e già tintinnano i forzieri, in attesa dei forzati della vodka e della furia.
Anche attorno alla Turrita, recinzioni e sicurezza garantita da private uniformi slavagiate.
Ogni umano che vi entra vien frugato in ogni piega e in possesso di accendino sulla soglia resterà.
Dentro i vicoli più oscuri le barriere non son muri, sopra d’esse volerà ogni scorta di tabù, dalla birra al coltellino, dal petardo al cannoncino.
Impiantati alla dogana, securini e poliziotti non vedranno la magagna.
E nemmeno la vedrà il Fantaccino presidente, con la giacca colorata e assai poco spazzolata.
Col sorriso di chi vende, il reame calmerà con discorsi un po’ fumosi su rispetto e libertà.
Dietro ad esso, un contabile indefesso sul suo libro annoterà: mil denari non son mai da buttare nella tolla.
Ammassata sul selciato che da rosso passa a sporco, la fiumana vagherà senza un posto ove fermare e sorridere del mondo. Ragazzini senza mamme, le mammine senza sposi, gli sposini con signore travestite da baldracche.
Vagheranno sconcertati solo alcuni residuati che alle dieci e qualche cosa torneranno alle lenzuola, di denaro alleggeriti e di fastidio appesantiti.
Quando tutto finirà, ecco torme di piangina, dal contabile allo sbirro, per non dir del Fantaccino, presidente al lumicino, per finire con i treni sballottati ed imbrattati.
Ma c’è già la soluzione: far pagare a tutto il mondo, alla prossima edizione, il balzello pecuniario che per chi ben non si comporta è una facezia, ma per gli altri è un’ingiustizia.
Col sorriso elettorale, Fantaccino e comitato diran sempre che la colpa dell’inferno è di chi vienlo a visitare, mentre loro cari cari pensan solo a che la festa si tramuti sempre in cassa.
Din din din. E la festa già è finita.
gene
Postilla
La recinzione di spazi pubblici per imporre un pedaggio è illegale.
Strappare il Carnevale alla cultura popolare è un oltraggio.
