tuttologia in direzione contraria

Frank e Cirillo

I due non si parlavano da mille anni, la lite aveva assunto i contorni di una faida, Mafiacoinvolgendo anche i membri delle loro famiglie. Come nella migliore tradizione delle cosche mafiose, sgarri anatemi e scomuniche hanno segnato questa frattura che ha diviso mondi interi. Frank e Cirillo hanno pensato che fosse giunta l’ora di finirla, anche perché ne andava dei rispettivi patrimoni, per non dire della fede ingenua delle genti che credono in loro come guide nel buio del mondo. Nel Novecento i muri cadevano come santi dal calendario, dittature dichiarate immortali finivano in polvere sotto poche picconate bene assestate, eppure questi poveri due non si parlavano. Andavano avanti nei loro regni sempre più corrotti a bofonchiare le solite stanche prediche, a perpetuare riti lisi, a coprire le proprie colpe e a indignarsi per quelle dell’altro.

Poi la decisione: vediamoci, è venuto il tempo di riunirci nella stessa casa da dove veniamo. Non c’era ancora il volersi bene, più che altro bisognava incontrarsi per fronteggiare l’avanzata dei nemici, infedeli e atei.

Vestiti come al Rabadan, Frank e Cirillo si sono presentati all’appuntamento dopo una lunga serie di sdolcinatezze propagate dai giornali e dalle televisioni. Per meglio preparare il terreno, hanno rinunciato alla loro dottrina millenaria costruita su furti, omicidi, genocidi e negazione della libertà d’espressione.

Eccoli qua adesso, Frank vestito di bianco come un chirurgo in sala operatoria, Cirillo con una specie di gazebo sulla testa. Il luogo non è certo il più poetico. Un aeroporto, uno di quei posti tranciati dalla definizione di Marc Augé: un “non luogo”. Per due capi, niente di più discosto e mesto, seppur trafficato e ombelicale.

Ma non un aeroporto qualunque: quello di Cuba, un’isola che ha ancora resiste su posizioni antisistemiche e che in tempi meno ipocriti dei due litiganti ne avrebbe fatto a meno. Ad accogliergli in via di ravvedimento, ecco il custode della rivoluzione, Araullo, il fratello minore dell’Infedele che a casa propria starà divorando la televisione, telecomando compreso (se ce l’ha).

Doctor Frank e Cirillo Gazebo si baciano, si promettono, si scusano, probabilmente scorreggiano pure. Un’ora e mezza di petting per ammorbidirsi e promettersi di fare i bravi. Quando escono, nel cerchio della loro corte ognuno manda affanculo l’altro e tutti e due pensano:

“Che posto di merda”.

Poi sorridono alla tivù e a milioni piangono d’emozione per la famiglia riunita e sacra.

 

gene

 

Postilla

La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l’anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l’oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale.

Karl Marx


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