Il vecchio maestro Martino Porta, supplente fuori età che aveva fatto scuola perfino a mio papà che ha quarant’anni più di me, aveva rimpiazzato per alcuni mesi la maestra Irma Bionda, a sua volta prossima al pensionamento e che non sarebbe più rientrata l’anno dopo, lasciando le quattro classi della scuola elementare di Preonzo a Walter Passeri, giovanissimo italiano di Pescara. Il Porta, che poteva aver passato la settantina, ormai un po’ squilibrato, ci faceva cantare una canzoncina prima di cominciare la lezione. In aula eravamo circa venti, figli liberi e innocenti di un paese ancora profondamente rurale. La canzoncina faceva così:
Ticino caro, paese mio,
un bene immenso ti voglio anch’io.
Assai mi piacciono le chiare fonti,
i cieli azzurri e gli alti monti.
Sei la terra più bella del mondo,
hai nel cuore un sorriso profondo.
Tutti cantano in coro così:
“Terra gentil, terra gentil”.
Oggi, in questo giorno infausto denso di polveri fini e fascismo, tutto questo è disfatto. Le chiare fonti sono in secca a causa dell’inquinamento e dello sfruttamento delle acque; i cieli azzurri sono un sogno che si esaurirà nel flusso di motori sputato da gallerie; gli alti monti non hanno senso, soprattutto per i visitatori che non verranno più. La terra più bella del mondo, se mai lo è stata, è la più sfregiata e in pochi sorridono, a meno che non si consideri sorriso il ghigno protervo di chi vince battaglie elettorali o guerre d’opinione. Quanto al cantare in coro di terra gentil, beh, non viene in mente nemmeno ai più spensierati tra noi disgraziati, circondati come siamo da livore, ignoranza, egoismo e violenza. Abbiamo accettato tramite voto tutto quanto ci sia di peggio nelle menti di politici senza scrupoli, di cementificatori ladri, di persone indegne che odiano l’altro, specialmente se ospite.
C’è un’aria, ma un’aria, di fascismo e di polluzione.
gene
Postilla
La democrazia è una dittatura mascherata
