tuttologia in direzione contraria

Il migliore

Ha sempre vestito maglie sbagliatissime, per noi che del tifo-contro abbiamo fatto portiere ugo guidinecessità, ma Gianluigi Buffon è un calciatore eccezionale, già a partire dal ruolo di portiere, che è considerato un confino per gli impacciati e i pazzi. Poi magari la cosa evolve e diventi un supereroe, ma in genere quello che sta in porta è un bersaglio e se sbaglia viene centrato. Gianluigi Buffon ha sbaragliato tutti, con le fastidiose maglie di Juventus e Italia, due team che dalle nostre parti sono viste con il piacere con cui si ingolla l’olio di ricino. Ne ha fatte e dette eh, in questa sua vita sportiva, dai numeri sulla maglia che richiamavano olocausti (ma si affidò all’incoscienza come difesa), alla depressione, alle cagate in diretta su scommesse, prediche ai compagni riottosi o imberbi, difesa umanistica di pareggi che sono meglio della morte. Et similia. Sempre un po’ uomo tutto d’un pezzo, alternando reprimende e moralismi à la carte.

Eppure, quel suo venire da Carrara potrebbe indurre all’inclusione nella categoria Libertari, chi lo sa. Di certo, col tempo, con l’eloquio s’è fatto prudente e circonfuso da una certa prosopopea. Nelle interviste si atteggia a padre della patria, rilasciando dichiarazioni che la stampa italiana rilancia come vere e proprie divinazioni. Ma ha ragione lui, cristo. Tuona contro i giovani viziati e la Juve torna a vincere; parla d’amore, e gli si invidia la propensione alla farfallina di culto (sposa solo modelle o tycoon televisive, di una certa avvenenza); sculaccia Cassano e Balotelli, e quei due spariscono dalle convocazioni dell’altro integerrimo che risponde al nome di Conte.

In campo, Gigi è incredibile. A 38 anni è magro come un adolescente e non sbaglia di un solo millimetro la posizione dei piedi in qualsiasi situazione gli tocca trovarsi, come un ballerino di tango con la rosa tra i denti e la figazza avvinghiata. Sta per arrivare al record d’imbattibilità nel campionato italiano, che detiene quel simpaticone di Sebastiano Rossi con 929 minuti – non è che ad alcuni portieri a un certo punto critico tutti smettono di tirare in gol per cautela?

A Gigi gliene mancano due di minuti, da far passare contro quel che resta del Torino (ci fosse ancora Meroni, o almeno Pulici…).

Insomma, se il calcio mondiale, che non ha mai dato il Pallone d’Oro a Buffon ma lo celebra come il migliore della storia o giù di lì, e lui ancora volteggia impareggiabile, vuol dire che il ruolo è tornato in mani impacciate e pazze.

Toccherà farlo santo.

 

gene

 

Postilla

Forza Bayern


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