Entrare nella Scuola, salire le scale, aprire la porta, entrare in Aula. Stare in piedi a
guardare e ascoltare gli Allievi. Basta questo per imparare. Quindi, applicare come obbligo la presenza di consiglieri di stato e gran consiglieri e municipali e membri di commissioni e tutta la pletora di chi decide al ribasso senza sapere un cazzo. Obbligarli tutti e a turni forzati, ma non a gruppi: da soli, così non si faranno scudo con altri della loro stessa risma. Un politico in Classe, ad ascoltare e a guardare, senza aprire bocca, una sede alla settimana, in modo che anche loro possano sviluppare una Coscienza su cosa sia l’Istruzione e soprattutto cosa siano le Persone, gli Allievi, i Bambini, i Ragazzi, i Giovani, il Futuro. Obbligarli poi a resoconti dettagliati di fronte al Popolo, e non solo nelle loro incestuose sale di potere.
Osservare il piacere degli Studenti nell’ascoltare cose nuove, osservare la Passione delle Maestre e dei Maestri nel condividere Sapere e Sentimento. La Scuola è Istruzione e, appunto, Sentimento. Istituita come forma di Progresso da qualcuno che ci vedeva bene, oggi è sotto attacco proprio da chi dovrebbe promuoverla: tagli, pressioni, ricatti, assenza di programmi, derisione e accuse.
Il mercoledì ha portato in Piazza e nelle Scuole vacanti migliaia di Allievi ticinesi, la meglio Gioventù contro l’abiezione, la Solidarietà contro l’ottusità. Se i politici si fossero sporti da Palazzo delle Orseline avrebbero visto. Ma purtroppo, molti di loro sono impegnatissimi a dire stronzate in vista delle comunali e per vederli tocca passare in rassegna i cartelloni appiccicati ovunque, dove sorridono Ebeti sperando nell’ultimo voto. A vederli così, sembra che a scuola non ci siano mai andati, per questo la ritengono inutile e forse addirittura nociva. La politica, di certo, ha approfittato della giornata di vacanza in più, donata senza richiesta per compensare le malefatte che si protraggono di anno in anno.
Obbligare le istituzioni all’Educazione e all’Istruzione. Altrimenti, mandare tutti a casa, in vacanza perenne e forzata, senza nemmeno un libro.
gene
Postilla
Le iniziali maiuscole spettano solo a chi merita
