tuttologia in direzione contraria

Si ritirarono nella baracca di legno, ultima resistenza alle decisioni dell’autorità. I ragazzi baraccaci avevano provato per lunghi mesi a difendere il rifugio dalla cupidigia di chi la voleva strappare per i suoi scopi, ma dal sindaco fino all’ultimo dei consiglieri comunali non arrivò più nessun sostegno. Perfino la stampa locale, che si era sempre occupata  di gatti smarriti, di interviste sul pranzo di Natale o delle assemblee della parrocchia, puntò il dito su Alamo, il nome che i ragazzi avevano dato alla baracca. In quel posto, mangiavano, bevevano, ridevano, parlavano, leggevano, si davano alla pigrizia e formavano una coscienza oppositrice per cambiare il mondo.

Tutto ciò, quando il vento cominciò a soffiare verso una specie di fascismo di ritorno, venne indicato come resistenza al pubblico sentire. Prima piccole ritorsioni, togliere l’elettricità o l’acqua dicendo che erano semplici guasti. Poi comparvero nelle sere d’autunno uomini della vigilanza privata con l’arroganza codarda di chi veste una qualunque divisa, seppur brutta e sformata. La stampa locale, ben asservita, scriveva di cattiva accoglienza agli uomini mandati dalla legge, di incuria verso un bene pubblico, di fracasso notturno e di dedizione all’alcol.

Un giorno, scomparvero i libri e la radio. Alla domanda dei ragazzi su che fine avessero fatto, le autorità risposero che non si sapeva ma che nei prossimi mesi avrebbero provveduto a sostituire il maltolto. Cosa che non avvenne, e anzi, sparì anche il fotbalino. Chi avesse la chiave oltre a loro, restava un mistero, ma che qualcuno entrasse di soppiatto era chiaro. Trovarono preservativi usati e mozziconi sconosciuti, la sporcizia della trasgressione adulta.

Il consiglio comunale, in rappresentanza del popolo, votò la chiusura di Alamo una sera di dicembre, spiegando che quel ricettacolo di dissenso andava ridato alla gente per bene. I ragazzi vi si barricarono, armati solo di parole. La resistenza durò un mese e ai primi di gennaio cedettero. L’autorità aveva spedito un reparto antisommossa che stanò i ribelli con i lacrimogeni e, stando al rapporto, solo per errore, Alamo bruciò. La stampa incolpò i ragazzi, dopo aver ascoltato con compostezza l’esposto del sindaco in una conferenza stampa, abbellita con prosecco e salatini.

Oggi, in quel posto dove stava Alamo, c’è un parcheggio a pagamento.

 

gene

 

Postilla

Resiste al duro presente chi sente di avere per sé l’avvenire.
Ugo Bernasconi


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