tuttologia in direzione contraria

La machina dal témm

Non so quante siano le ossa di un piede, ma mi dolgono tutte, e di entrambi i piedi. Il calciatori - guttusopallone mi è arrivato, bellissimo, ma lo controllo male e prima di perderlo penso ai quarant’anni di troppo per queste cose.

E zac.

Sono in Campirasc e ho sedici anni, lo capisco dalle mani lisce, che sul momento penso non siano le mie, e dalla leggerezza. Mi riscuoto, con un balzo raggiungo il pallone mal controllato e lo sbatto in gol. Abbiamo maglie verdi a righe rosse, o rosse a righe verdi, un rompicapo come per le zebre. Sono disorientato dal desiderio avveratosi a tradimento, e mi prende l’angoscia. Corro a casa col cuore incendiato, mia mamma è lì che pulisce l’insalata. La abbraccio e la bacio, lei pensa che sono impazzito, lo vedo nei suoi occhi azzurri. Il papà è fuori a controllare i meli, mi fa tenerezza, capite? A me che ha sempre dato fastidio la sua serietà di frutticoltore dilettante. La Doni è ancora una bambina, seduta sul divano con la Barbie; abbraccio e bacio pure lei, che di solito infastidisco a comando. Quel mondo riapparso dal passato mi smantella l’anima. Com’è stato possibile?

Devo scappare in piazza, non riesco a stare in casa. Sotto un platano a cercare di riordinare le idee. C’è ancora Ca’ dal Geni e la Miriam che si attarda ai tavolini; ci sono perfino la Sciura e l’Angiola, ancorate alla panca in sasso tra un trafugare e un maledire. Tutti loro, avranno vite stravolte dalla morte o dalla vita, e io lo so, le ho già sofferte. Avrò ancora da assistere impotente al destino dei miei e degli altri? Non voglio rivivere questi dolori, queste fatiche, queste colpe che avevo lasciato alle spalle, se non dimenticandole, almeno relegandole nel ripostiglio della malinconia. Rivoglio i miei traballanti cinquantasei anni, rivoglio la mia vita e la mia strada. Rivoglio il mio oblìo errante.

E zac.

Eccomi lì, con i piedi doloranti, con quel pallone controllato male a quattro metri di distanza che sembrano quattrocento. Senza pensare, scatto e lo sbatto in gol con rabbia. Poi piango e gli altri pensano sia emozione da goleador stagionato.

 

gene

 

Postilla

To pò mighi fèe un po’ al bravo incióu?

O.G.


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