C’erano campionati europei ma l’emozione di altre sere lontane, solo un flebile ricordo,
senza neanche le figurine da scambiare. Urgeva qualcosa che superasse le botte tra russi e inglesi e la tetragona Italia, che facesse dimenticare le teste di cuoio e le teste di cazzo, la moltitudine di squadre di un’Europa sempre più obesa e incazzata, immobile e vecchia. Qualcosa oltre gli inni cantati a forza e le bandiere al vento dell’odio. Ma cosa?
Avevamo appena mangiato le costine, di idee non ne venivano e la Maddalena era stanca dei nostri discorsi sul coyote e la Verzaschina, quindi col Meo andammo a San Carlo per una birretta, liberando l’aria. Senza cercarla, l’idea si palesò da sola, con l’invitante schermo sotto la tendina di fronte all’osteria.
Cominciò la partita della Svizzera e il Meo, che seguiva affascinato e preoccupato le cadute dei calciatori, simulazioni comprese, mi disse: “La partita è persa”, con fare competente, anche se sapevo che apprezzava molto di più il birrino panaché e che l’unico calcio davvero conosciuto erano i tiri crepuscolari nel Prato della Cappella.
– Per intanto a perdere è l’Albania, zio – precisai.
Alla pausa, stufi del poco spettacolo e comparsa una chitarra, accettammo l’invito per un paio di canzoni. A metà ripresa, smettemmo perché la Svizzera stava giocando di merda e rischiava di beccare il pari dagli avversari in dieci.
Poco convinto del nuovo cambio di programma, il Meo ripetè: “La partita è persa, Giorgino”. Temetti che potesse aver ragione.
L’Albania pareggiò, ecco. A richiesta, suonai Io vagabondo. Ma eravamo a dieci minuti dalla fine e successero queste tre cose: appoggiai la chitarra, l’Albania marcò il gol della vittoria e il Meo confermò: “La partita è persa”.
Mi dispiacque per la sconfitta, ma ero contento che il Meo l’avesse azzeccata. Però, se avessimo suonato e cantato tutto il tempo saremmo stati più felici, il Meo non avrebbe vaticinato e la Svizzera avrebbe vinto.
Almeno, nella noia e nel buio di quel campionato, il calcio aveva rispolverato la sua magia inclassificabile.
gene
Postilla
Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce.
Osvaldo Soriano
