tuttologia in direzione contraria

Mi toccò ripetere cosa ci facessimo lì.immigrati 3

– Trovare lavoro.

La fila si dipanava tra reticolati cadenti e ferraglia indistinta, macchine rugginose, barattoli schiacciati, resti d’armature, coperchi, bidoni.

– Urcudìu, non siamo proprio in pochi… – borbottò Pedro da dietro la barba incrostata di sale e polvere.

Infilate con noi, altre centinaia di persone stracciate nei cuori e nelle vesti.

A un certo punto, giunsero sirenando macchine della pola a far da contorno a una specie di ape regina in forma di automobile gigante, forse una Bentley. La parata si fermò in fondo, nello spazio ricavato tra i rottami per farci sorgere un palco in legno di casseratura, dove i reclutatori selezionavano indefessi la merce umana che si presentava a turno. A me pareva un mercato degli schiavi, come quello disegnato sull’enciclopedia per ragazzi Conoscere che da piccoli ci faceva immaginare passato e futuro.

Dall’auto scesero quattro uomini con occhiali neri, poi un altro tipo, grasso e lucido. Lo accompagnarono sul palco e si apprestò a parlare, coi gorilla schierati dietro e tutta la pola davanti.

Si fece silenzio. Pedro si appiccicò la noia sul volto, a mischiarsi con sale e polvere come una maschera incaica. Si sentiva solo la puzza generale.

– Non siete ospiti, non vi abbiamo chiamati, non vi abbiamo voluti. Siete solo arrivati, con la fortuna che altri vostri compagni di viaggio non hanno avuto – esordì il Lucido, con quella voce stentorea che avevo sentito tante volte alla televisione. – Alcune nostre leggi, volute in passato, ci impediscono di rispedirvi nei vostri paesi. Non abbiamo lavoro da darvi, non abbiamo soldi, non abbiamo voglia.

Altra pausa. Pedro mi guardò come se fosse colpa mia. Vaffanculo Pedro, pensai. Poi il Lucido riprese.

– Ma possiamo tenervi là in fondo, nelle abitazioni.

Seguimmo la direzione del suo dito, ma oltre la ferraglia e la pianura non si vedeva un cazzo.

– A un prezzo: dovete consegnare i vostri averi, o quello che è, e li terremo come caparra fino a quando non potrete rifondere l’aiuto che vi stiamo dando.

Pedro mi guardò di nuovo e senza una parola cominciammo ad arretrare, scorrendo la fila di volti attoniti fino al suo fondo. Udimmo ancora il Lucido che richiamava all’ordine, poi imboccammo la pianura. Se lavoro non c’era, avremmo rubato. Nessun problema.

 

gene

 

Postilla

Presto vieni qui, ma su, non fare così,
ma non li vedi quanti altri bambini
che sono tutti come te, che stanno in fila per tre,
che sono bravi e che non piangono mai

Edoardo Bennato


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