Continua, dunque
Scena 2 – Esterno sera, Gariss – Protagonisti: Cicio, Dany, Denco, Gene
Siamo saliti fin lì per bere, fumare e dire stronzate. Col bere è okay, fino a un certo punto, e
si fuma in pace e si ganassa senza picchi. Quando il bere aumenta di quantità e mescolanze, il Cicio comincia a storpiare nomi senza accorgersene. Di solito basterebbe mangiare un boccone, il Dany ad esempio lo fa, col Denco a sostegno. Io tengo botta col Cicio, che alla deriva improvvisa messa con lo sclafsach come saio e poi piazza una radiocronaca di una partita che concepisce solo lui.
– Uolstid passa a Uribezu, palla a Uiuol che spara una bomba. Sadat battuto!
Sadat si conosce, anche se è già morto; Uolstid dev’essere John Steed, il compagno di Emma Peel, anche se non s’è mai capito se trombino, inglesi come sono, e andrebbe fatta una verifica seria; Uribezu è chiaramente Uribezubìa, scalatore basco, ma non sono sicuro che il Cicio lo sappia; di Uiuol nessuna etimologia possibile. Inutile chiedere spiegazioni, il Cicio non svela i trucchi del suo mondo.
Intanto il Dany, con la camicia da Gariss, continua a pescare viveri dallo scatolone, detto Magic Box; il Denco ha le fiacche ai piedi e si butta in camera.
Vien fame, il Cicio mette le costine sul fuoco dentro la cascina, riluttante perché preferiva farle fuori sotto un’acqua a dirotto. Il Dany chiede come mai, tanto per.
– Hanno deciso di farle dentro – risponde l’altro polemico, senza spiegare “hanno” chi, visto che ci siamo solo noi nel raggio di mille chilometri.
Bisogna stare a due metri dal camino, tanto rosseggia di brace. E dopo un po’ il fumo ammanta il locale, la trave del focolare comincia a bruciacchiare, intaccata dall’esagerazione celsius. Corrono secchi d’acqua che spargono cenere bagnata ovunque, il rogo si placa, le costine sono da buttare.
Attacchiamo Country Roads, giusto per svegliare il Denco e metterlo di cattivo umore.
gene
Nota – Non so se tutta questa scena la teniamo, i pompieri dicono che ci potrebbero essere problemi.
Postilla
Dany: “A si mighi vidù la nòso Déda?” (da recitare con voce tremolante)
