tuttologia in direzione contraria

Il Paziente Zeta

– Si tratta di una patologia. Rarissima, inguaribile. Non c’è ricerca, non c’è casistica e Rastrello acquafortequindi non si producono farmaci né si studiano terapie. I soggetti appaiono normali, come lei adesso su quella sedia. Il solo con cui avevo avuto un contatto, nel 1976, era ormai internato e incapace di condurre una vita sociale. Non ne ho potuto trarre indicazioni utili, poiché la sua capacità di relazione era compromessa in modo definitivo. Questo che con lei mi si presenta oggi è un caso curioso, ma è certo che si tratta della Sindrome Vibrattile, e non scherzerei, se mi permette. Lei mi dice di aver compiuto una buona carriera nell’esercito e che i gradi le hanno aperto le porte dell’economia privata e pubblica. Possibile però che il disturbo si manifestasse già allora, ai tempi del grigioverde, ma così lieve da essere catalogato tra le comuni insofferenze alle quali siamo soggetti pure noi, senza nocumento per la carriera e la vita sociale. È anche possibile confondere causa e effetto. Mi spiego: la sua patologia condiziona la sua percezione del mondo, non il contrario, come molti sono tenuti a credere, tra i quali lei stesso. Un esempio: le dà fastidio il ronzio delle api?

– Sì, specialmente di notte.

– Mentre dorme?

– Sì.

– Ecco vede? È chiaro che se lei stia dormendo non possa sentire le api. E inoltre le api non sono animali notturni. Lei è pervaso dal ricordo della loro vibrazione, che agisce nell’inconscio corrompendolo al punto da farle credere che le api stiano disturbando il suo giusto sonno. In quei momenti vorrebbe sterminarle, vero?

– Sì! Tutte!

– Si rassegni, non potrà. Le api, e tutto il resto del mondo disturbante, sono solo nella sua testa. Purtroppo questi di cui abbiamo parlato sono i sintomi avanzati della Sindrome Vibrattile, una repulsione verso esseri viventi che si muovono e producono suoni e che lei crede stiano cospirando per prenderla in giro e rovinarle la vita. Una patologia con la supplementare particolarità che il paziente, in caso di conflitto, mente in modo sistematico sui fatti accaduti. È più di una mania di persecuzione, è qualcosa che ha a che fare con il rifiuto del mondo e dei suoi abitanti. Sintomi del genere non sono patologici fino a quando si limitano a momenti senza conseguenze stabili sul nostro umore. Ma da come mi descrive il suo stato attuale, lei ha varcato la soglia di un bel po’.

– Quindi?

– Le prescriverò dei farmaci, che sono solo lenitivi. Ma per poter stare meglio, lei deve provare a cambiare ambiente, a cambiare casa, a cambiare lavoro, a cambiare continente, se ne ha la possibilità.

– E quei bastardi della musica potranno andare avanti a disturbare la gente in eterno?

– Quei bastardi, come li chiama lei, non sono il problema. Il problema è lei. Ho analizzato i suoi comportamenti con il mondo che la circonda ed emerge l’incapacità di relazionarsi persino con familiari e amici. È chiuso in una gabbia, invisibile a lei, che la discosta dal mondo reale e, a causa della reclusione, la porta a questo furore contro suoni e vibrazioni come elementi di disordine e indisciplina. La Sindrome Vibrattile, appunto.

In quel momento, il telefono del dottore vibrò sulla scrivania, suonando.

Il Paziente Zeta s’alzò dalla sedia, prese il fermacarte di granito e colpì il dottor Jung spezzandogli un braccio.

Alla polizia disse che il dottore l’aveva aggredito e che lui si era salvato solo grazie alla prontezza datagli dalla sua carriera militare. Nessuno parlò di Sindrome Vibrattile, al processo lo giudicarono sano di mente e assolto per legittima difesa, respingendo le spiegazioni del dottor Jung. Poi fece causa al dottore stesso per diffamazione. Vincendo.

 

gene

 

Postilla

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.

Il rumore non prova niente. Spesso una gallina che ha semplicemente deposto un uovo schiamazza come se avesse deposto un asteroide.


Mark Twain


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