Sotto i giubbotti di pelle nera, sormontati da barbe alla Manson e caschi di foggia metal,
battono cuori borghesi e anime schizofreniche. In settimana e per tutto l’anno, i cavalieri imbrattano carte, operano transazioni, portano fuori i cani, mangiano sushi e cervelat, fanno rombare i tosaerba a trazione automatica, mandano i figli alle scuole private, si vestono come damerini di geova. Il sabato si credono Nicholson e Fonda e spandono denari e fumo per radunarsi in Piazza Grande o altrove. A centinaia, raggruppati come pecore e addobbati come lupi. Le loro Harley brillano di ferraglia tarocca, in una gara a chi ce l’ha più grosso e a chi ruggisce di più. Incolonnati verso Ponte Brolla, stivali bene in vista e occhiali firmati, sembrano andare alla ventura con sprezzo della quotidianità, e invece si fermeranno al grotto anelando pommes-frites e schnitzel, con occhio nostalgico. Di solito, vanno soli sul loro cavalluccio, ma alcuni esibiscono una dama appollaiata sul sellino, pure lei addobbata e virile, come si conviene a una massaia.
Li guardiamo passare e scatta l’effetto-circo, nel senso dei pagliacci. Oppure ci aggiriamo nel serraglio osservando manopole, serbatoi, copertoni, manubri, decorazioni, adesivi, slogan. Loro, mentre noi aborigeni cerchiamo di scoprire dove possa essere finita la piazza degli ortaggi trasmigrati dalle valli per secoli, stanno appoggiati ai tavolini a sorseggiare bitter, col portafoglio bitumato e la conversazione scatarrata causa idioma unno.
Chiaro che il Meo è acceso, a ogni Harley con casco sullo specchietto esulta come a un gol, e va bene poiché vederlo felice conta più di tutto. Ma quando a un suo giubilo un qualche unno con coda di cavallo e stempiatura si volta con aria da compatimento, la voglia di sgonfiargli le ruote incalza.
Non so bene cosa facciano la domenica i borghesoni metallici, di certo non sanno riconoscere la malinconia leopardiana come effetto, ma si spingono più al pensiero della settimana entrante di management & consulting con la cravattina al posto dei chiodi. Il lunedì si affossano nella pancia della city.
gene
Postilla
È un borghese: sogna intensamente soltanto le cose possibili.
Maria Luisa Spaziani
