L’acqua è furba, dice il Bau sollevando una pioda del tetto. Ci infila una scaglia e spiega che così si devia il corso misterioso delle sue gocce. L’acqua la incanali come la vita, la argini, la sotterri, la devii, la opprimi; poi, quello che nei giorni di sole è un rivolo, nella tempesta reagisce svellendo tutto ciò che si oppone. E più è opposizione, più è travolgimento. La furbizia dell’acqua si dissimula in mille maschere e cela catastrofe. Nella lista dei suoi travestimenti c’è la Nera, che dissolse memorie con una recita istantanea e consegnata dagli scampati al Signor Oblio, sommo custode dell’imbecillità reiterata e della noncuranza ottusa. (…)
(…) Di colpo la notte cadde a pezzi con boato inaudito, zittendo il tuono e spegnendo il fulmine, frantumandomi tutti i pensieri, anche quelli che non s’erano affacciati. (…)
(…) Il Frodo faceva impressione, ma era solo un grande elefante da guidare con prudenza e la camera d’aria seguiva la corrente, veloce e piana come se la Nera, dopo lo stupro, s’adagiasse sulla terra violentata per consolarla della perdita di prati e fiori. (…)
(…) – A vamm amò, Nèn?
Ci guardammo, fermi nella conoscenza.
– Amò – risposi. (…)
gene
Postilla
In uscita il 15 settembre (20.00) in anteprima alla Casa Cavalier Pellanda di Biasca. Lettura pubblica.
