
Poveri morti che foste quel che foste
ma nemmeno sempre e proni
sotto voleri d’altri padri e capi
Poveri morti che parola in cassa
per contestare ci sarebbe
se sentiste quante lodi a ciò
che non foste o non aveste
Poveri morti che eravate vivi
e non lo sapevate o poco più
e nemmeno volevate
Poveri morti che lavoraste
con ignare e piegate schiene
al futuro assicurato a caso
in un presente di coltelli
Poveri morti che tramandate
troppe cose grandi e piccole
presto dissipate dallo scorrere
dei bisogni degli ingrati
Poveri morti che da liberi
non sareste deceduti
e seppelliti con un ghigno
o con predica accessoria
Poveri morti che da morti
siete più vivi che da vivi
nel cuore di chi resta
Poveri morti che nel tempo
non vi muterete a spettri
allegri e con dispetti
Poveri morti che vi parlano
con gli occhi volti al cielo
e commemorati per un’ora
Poveri morti che di là, ma dove?
vi pensano felici e con i cari
morti in precedenza
Poveri morti che se così fosse
s’aggrupperebbero tremendi
i vivi d’oggi e di domani
avvelenandovi l’eterno
e dissestato riposo
gene
Primo novembre 2023, ora solare
