tuttologia in direzione contraria

Fine del mondo

Addentro foresta e neve vetrata
di lato sul volto denudato da pelo
di origine persa e ormai travolta
in progresso di mente e comodi
vizi come fumo e vino che troppo
ottundono i nervi e i pochi pensieri
che ancora atavici si chinano flosci
E resta solo un istinto acquattato
ma allerta e puntuto alla fitta
del cuore che alza sordi e precisi
i battiti al ritmo dei passi gelati
Massi dai licheni aggrappati spogli
dal lato che il vento non coglie
e appoggiarvi la mano sbiancata
per sentirne quel vago tepore
che illude il morente in viaggio
diretto all’ignoto o a una luce
e alla fiera dagli occhi lucenti
e innocenti e forse è riposo
Infine si depone tra fittire di lance
aguzze e in equilibrio s’arrende
lasciando che il cuore s’acquieti
a una pace mai scorta nei secoli
andati perduti nell’orgia dell’odio
Foresta è la madre e neve vetrata
appronta il giaciglio finale e il tempo
ora induce all’ultimo verbo esalato
Basta

gene

18 dicembre 2023

Postilla
Il mondo è cominciato senza l’uomo e finirà senza di lui.
Claude Lévi-Strauss


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