tuttologia in direzione contraria

Metti una domenica

La legge della giungla oppone cavallette a tonni, in uno di quegli spareggi che sono disseminati come inciampi anche nelle nostre vite, barrage che non si vincono mai, un piagnisteo tra chi retrocede e chi non avanza. Tutti ripetenti siamo noi (e anche voi). Poi ci si attacca all’ironia, per forza, anche quella della sorte che fa subire il primo gol fatale alla Svizzera finalista dell’hockey mentre il treno si ferma ad Ambrì, ecco – Treno Gottardo si chiama, ma è quello del latte che richiede la carta d’identità per una birra al bistrot automatico anche se hai i capelli bianchi e che si ferma dappertutto, mentre il tunnel globale che ci passa sotto, e che prometteva sorti progressive, è ancora fermo al Terzo Mondo.
Si tratta del cosiddetto, dai colleghi dell’hockey che fanno casta a sé stante e circoscrittissima, del cosiddetto momentum, una fase temporale indefinita – per spiegarla occorrerebbe ricorrere alla relatività di Einstein, quella del culo sulla griglia accesa – e corroborata da, tu chiamale se vuoi, emozioni; tra le quali spicca la disperazione, tutte cose da tenere sotto controllo con sforzi sovrumani. Ma, chiedo: se uno è disperato mentre è all’opera, come può farcela? E una volta perso in quale stato d’animo precipita? Risposte: non so e non so.
Resta il fatto che il termine barrage arriva dalle gare dei nobiluomini a cavallo, da lì il consiglio di darsi all’ippica, applicato a ogni branchia dello scibile altrui.
Comunque, tra cavallette (Grasshopper) e tonni (Thun) finisce pari e tanto per andare avanti a soffrire ancora un po’ tutto è rimandato a venerdì prossimo, poi vediamo eh. Intanto attendiamo momentum e desperascion, ma senza lamentele che c’è chi sta peggio e cito.

gene

P.S. Bevuto al volo a Bellinzona (!?) un cafferino con grappa indefinita, prezzo 4.50 (il costo della farina per polenta, circa 50 porzioni)


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