tuttologia in direzione contraria

Amore e coraggio

Sabato. La savana zurighese, come Parigi, è attraversata da giovani corpi sudati, signori miei, che scandalo, spalle ignude e chiappe impavide col freddo che fa sui treni. Mi ci metto anche me, ma accortamente coperto e riparato dalle correnti, come mi diceva la mia mamma. Dicono che la transumanza-love conti un milione di partecipanti, la Sihl come il Mara, Stadelhofen come il Serengeti, la Senna è il Naret, gli gnu in fuga dai coccodrilli. Sono due giorni così: treni, birre, noia, musica, perfino calcio d’estate con squadre imprevedibili e giocatori inaffidabili.

Domenica. Sono sempre a latere, come quasi tutti, pronto a dire senza fare. La festa è degli altri, sarà l’età o forse sarà che quando la massa segue qualcosa, io devo o voglio fare altro. Dunque, alla Street Parade sono a Schwerzenbach; al Kybunpark non gioco; alla festa delle Olimpiadi sto a San Gallo a vedere un rigore inventato. Addirittura la sera, a Locarno, quelli del cine sono dentro tutti lustri e io fuori impolverato.

Epilogo. Ma sono contento di vedere le cose, di poterle raccontare senza toccarle, l’ammirazione per tutti quei giovani che ballano giocano e si impegnano, e si divertono, simulando sesso amore coraggio con la musica, con la ginnastica, con la corsa e i salti e i tuffi e le medaglie, quasi tutte di legno o cartapesta ma fa niente.
Intanto che i vecchi, immani, mentono e scatenano guerre.

gene


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