
Non mi era mai successo di volere con ardore la fine di un torneo di calcio, ma per questa Nations League sì, ho tirato il fiato per la sua dipartita. Non è tanto per la Svizzera che non ha vinto nemmeno una delle sei partite, ma per la svogliatezza che ha pervaso tutta la competizione. Un intralcio, una noia, un niente. Ma almeno, contro la Spagna si sono visti volti nuovi, e parlo della Nazionale di Yakin. Bene il portiere Mvogo, che ha dato sicurezza e pulizia con il suo gioco con i piedi – esercizio che Kobel espleta goffamente e sappiamo quanto conti in questo calcio che tra un po’ si giocherà come l’hockey, anche dietro le porte -, e ha anche effettuato ottimi interventi con le mani e parato un rigore; disciplinato Muheim contro una caterva di talenti spagnoli che sulle ali fracassano tutto; bravo Sohm in raccordo tra centrocampo e attacco; geniale Monteiro con il suo gran gol, fisico e tecnica, anche se nessuno dovrebbe mai più chiedergli di giocare nella nostra area – il Mister Peregrino Fernandez disse all’attaccante Soriano, che aveva appena salvato un gol sulla linea della sua porta: “Cosa ci faceva lì, lei, a perdere tempo? La sua porta è l’altra!” -; Cömert che ha rispolverato entrate in scivolata con il tempismo di un difensore degli anni Settanta. Meno bene Kutesa, incapace di trovare spazi per i suoi spunti in dribbling.
Insomma, c’è del buono, e teniamo conto anche di Amenda che aveva giocato bene con la Serbia, ingarbugliando Vlahovic. Rieder già c’è e ha la personalità giusta. Okafor è in procinto di svegliarsi. Attendiamo Jashari, e speriamo che Xhaka giochi fino a cent’anni per guidare questi ragazzi che hanno allargato le possibilità.
Ora però Yakin dovrà per forza trovare una sintesi in tutto questo e puntare su una ventina di giocatori sicuri, infondere loro fiducia e affrontare con la fame dei proletari la campagna di qualificazione ai Mondiali 2026. Questa sì che conta, non come la Nations degli ingombranti che, ne siamo certi, non vorrebbe più nessuno, oltre a me che sono morto di tedio.
gene
