tuttologia in direzione contraria

I corsari del Contropé

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Il contropiede è una cosa da corsari. In poche righe e senza virgole devi andare dritto al goal, parolina che in origine designa la meta. Il contropiede è l’elevazione della pratica sulla teoria, mentre questa rimugina tiquitaquando e intanto non s’avvede del lancio con la liana e del calcio alla porta.
Sembra un po’ vile il contropiede, un attentato ai nobili principi, ma è solo scaltrezza, è il povero che ruba ai ricchi molto più ladri di lui altrimenti non sarebbero ricchi (corollario di Antem, ndr).
Il contropiede è un paradigma delle cose fatte bene, secondo ricetta:
X ozio, Y pazienza, 1 idea brillante, 1 scatto, 1 gol, mantecare con altro ozio.
I barocchisti di ogni forma ti guardano come dire: Pouret; ma ti invidiano, caro e vecchio e irritante contropiede. Solo che non lo ammetteranno mai, continuando a schierare artisti in gran numero, funamboli di mezzo e allegroni di retrovia – più magari un portiere immacolato degno di Versailles, ignaro delle ghigliottine. Capita che il meccanismo pensoso funzioni lo stesso, è quasi una conseguenza della ragione sull’istinto, ma quando si inceppa per una clava buttata tra i fioretti allora scappa da ridere a tutti, o quasi.
Quante righe buttate a dilungarsi, tradendo il contropiede stesso. Ma era per dire di non fidarsi delle squadre di calcio: quando non sanno cosa fare, e capita sempre di non sapere cosa fare, TUTTE si difendono e sperano di ripartire, anche a tradimento. Inoltre: gli allenatori mentono. Il contropiede è vivo e lotta insieme a noi.

gene

Nota: in dialetto di Preonzo si dice Contropé, ancora più acuto e tagliente, maiuscolo.


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