tuttologia in direzione contraria

Ambrì e il sogno che finisce sul più bello

Kren è impassibile quando Cadieux infila Baron e fa il due. Vincent di là invita subito i suoi a continuare così, tanto dietro c’è Molina che riduce la gabbia a scatoletta di fiammiferi. Nevica, governo ladro, bisogna spazzare il ghiaccio, ma forse è una fortuna. Tornano, quassù siamo imbiancati. Genuizzi piazza parabole oltre le due linee, ma nessuno dei Celio, Alberto Bixio Brenno Cipriano Claudio Daniele Enzo Filippo Florio Guido Manuele Nicola Numa Renato Tino, nessuno riesce a tenere. Malkov si rompe. Avanza Agustoni, la passa a Giudici e fa il tre. Orrore. Ormai, tanto vale, dentro tutti, Bathgate Jaks Taragnoli Gaw Trudel Tajcnar Gardner Petrov Casserini Bullard Viganò Panzera Rossetti. Il Vecio accorcia e non sembra vero aver segnato per caso al monolite Alfio. Ne manca uno, sot a cu biot. Al Titi Gagliardi sudano anche i capelli e la neve non gli si attacca nemmeno sulle mani un po’ di legno che mandano il disco a stimo. Suonano i tamburi bianconeri, che roba nuova, che rottura e abbiamo un bel gridare Ambrì Ambrì: sembriamo indietro di mille anni. Cipriano la passa al figlio Manuele e subito cado dieci metri sotto per il terremoto degli ottomila. Pari. E manca McCourt e allora l’indiano alza il bastone a tre secondi dalla sirena, mi tappo le orecchie e lo vedo il disco che va oltre il suono verso l’angolino impossibile per l’Invalicabile…
Tong!
È ORA, grida la mia mamma.
Mi sveglio sul più bello. Come sempre.

gene

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