
Ormai siamo lì, sul fondo di campionati noiosissimi. È il tramonto del Sopraceneri come idea di mondo, di cui Ambrì e AC Bellinzona sono state le luminose avanguardie. Ora sono retroguardie che vorrebbero ancora il progresso come valore, ma le buone intenzioni sono naufragate nella realtà spietata: HCAP penultimo, ACB quartultimo. Sì sì, okay, mancano tante partite, vedremo, i soldi, gli arbitri, la sfiga, il funerale di mio zio, ho avuto un incidente, l’alluvione, le cavallette. È che nella Repubblica delle Iperboli, solo Lugano è resistente e credibile, il resto andrebbe finalmente considerato come provincia e in 350mila non è che si possa andare verso la gloria tutti quanti. Occorre redimersi: il Sottoceneri è la locomotiva, noi di quassù siamo la carretta e se non ci sono braccia è inutile pensare che prosegua. Poi va bene, la passione, la tradizione, il tifo, l’eredità e bla e bla. Non ce la facciamo più, meglio darsi al dopolavoro e lasciare a quelli forti la fatica di sbrigarsela con i bit e i coin. Da dilettanti, hanno molto senso anche i din e i don dei campanacci.
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