tuttologia in direzione contraria

Centoquattro anni ieri

Con un giorno di ritardo mi è venuto in mente il Pa’, che ieri ha fatto 104 anni. Cioè, mi è venuto in mente anche ieri, okay, ma meno bello. Oggi – che è poi “incheu” per gli avanzati paleolitici abbarbicati a qualcosa che sta solo nei cuori -, oggi, dicevo, me lo sono visto col grembiule da falegname che va fino alle ginocchia, abbastanza pratico per salvare i pantaloni, ma a rischio altissimo di essere risucchiato dalla pialla. Noi, cioè io e il Cicio, avevamo sposato la linea del Sergio, blusa corta da rivoluzione culturale, che non si inzampa e lascia libero il pacco pei bisogni standard o extra. Però, mentre a noi toccava cercare le viti nella scatola dispersa sotto il bancone, al Pa’ bastava ficcare la mano sinistra, con sole tre dita, nella tasca oltre l’inguine e cavare la ferramenta necessaria senza sgobbarsi o cristonare. Solo che magari, mentre ruzzava camminando verso la finestra da fissare, pestava la crapa sull’architrave, ma sonoro eh. Col Cicio ridevamo sommessi, ma lui si incazzava lo stesso, ben oltre il dolore del pam! sull’architrave. Comunque, non fletteva. Solo alla Mama non opponeva le sue rigidità, ammaliato dal suo amore per lei anche quando scomparve, con troppo anticipo, per i casi della maledetta vita che colpiscono sempre noi e mai gli altri. Quando disperse una buona parte della sua coscienza, una specie di timoniere automatico lo guidò lo stesso con serietà fino all’approdo. E nelle tasche trovai ancora alcune viti in ottimo stato, non come me.

gene


Lascia un commento