
A podeve pou vess al Nefcentset, i ma metudu su pa’ ‘m vagon i parent da Franza. A som ruede a Crèe al vot da mars. A perlevi domà francees.
Sì, Georgette. Il 1907, che la primavera neanche cominciava e la tua fanciullezza era finita col treno che ti portava a Claro, da una terra ignota all’altra, dall’Alvernia misera alla Riviera appena meno che affamata. E orfana, dopo i primi e interminabili sei anni della tua vita.
Elle ne peut pas rester avec nous.
Erano in troppi con troppo poco.
Prese in mano il suo destino come si fa col fieno e il rastrello, tutelando ogni stelo e che venisse buono per la mangiatoia e la tavola.
Quando non funzionava, tornava alle sua labbra il francese imperioso che le era rimasto inchiodato tra il cuore e la pena.
Quasi alla fine, dopo una torma di anni domati, ordinò che la portassero al ricovero.
A voi mighi pesèe so i eltri.
Je ne veux pas imposer un fardeau aux autres!
Visto che si faceva finta di non capire.
Era l’8 di marzo.
gene
