tuttologia in direzione contraria

Non è la fine del mondo?

Par mì, domatin ag guà nèe! Lo dice guardando fuori dallo Zoccolino, come se esistessimo ancora tutti quanti. Come se esistesse ancora una chance oltre questo aprile camuffato da marzo il lunedì e da luglio il giovedì.

Ma ao ch’te vou nèe? Glielo chiedo con quella retorica di noi emigranti per scherzare su tutto, per non annegare nella nostalgia, e neanche risponde e nemmeno me l’aspetto. Che lo so bene dove vuole andare, sono mesi che lo ripete, che si giustifica con quel posto lì che è bello per morire, se va bene. O almeno per sparire. Io non sono convinto. Cioè, lo so che non ce la facciamo più a districarci dal viluppo di notizie aberranti dall’etere e su carta, sempre con gli stessi tizi a minacciare come facevano il Gat e il Pedra in Pasquei. Ma il Gat e il Pedra ci suonavano davvero e il blù lo vedevi sulle braccia, almeno.

Varda ch’ié daleisc, im cognoss gnan! Gli faccio, ma poco convinto. Infatti, la sua replica è ben più efficace. L’é be’ par chel, pup di fochi!

È per quello che bisogna partire, secondo lui: andare via prima che ci conoscano e se non ci conoscono non sapranno nemmeno chi cercare.

E par scampèe com a fam?

A majom fej sgià, o saiotri can ch’ai trovom! Cristo, a ghé spruugh dapartut. A fam ‘mee ‘l Nandù e la Schmidauser dal Rossell e com la va la va! Ma non mi convince, non mi sembra che ci sia poi tutto questo pericolo, con il bel sole che danno anche per sabato e domenica.

Om bel sou e nui dui a stamm chilé da denn, ‘mee rat!

Un rombo scuote tutto e l’ultima cosa che vedo è questa pioggia dura.

gene


Lascia un commento