Tra le varie branchie dell’Università della Strada c’è la Ginnastica Esibizionista. Consiste nell’osservare dal vivo qualcuno che fa evoluzioni ginniche per “farsi vedere” e poi provare di persona a ripetere l’esecuzione. Si può esercitare in una qualsiasi delle centomilamilioni di sedi autorizzate.
Ieri, per esempio, un potenziale neolaureato ha offerto la sua prestazione davanti alla commissione d’esame, composta da due donne col bianchino in mano e da una bambina di sei anni compiuti da poco. Lo studente, leggermente fuori corso per la Ginnastica ma smaliziato da lunghi anni da Esibizionista (calcio, chitarra, corteggiamenti, sbronze, consiglinonrichiesti, prediche – tutte facoltà frequentate assiduamente e con tanto di laurea e festeggiamenti in capannoni, nightclub e varie), ebbene, l’Esibizionista ha seguito attentamente le evoluzioni della bambina sul prato prospicente la giuria, che dopo alcune spaccate ha offerto una perfetta esecuzione della ruota, con tanto di applausi delle due donne a bianchino poggiato.
La sapevo fare anch’io!
Ha annunciato l’Esibizionista futuro Ginnico.
È il momento dell’esame, allora. L’Esibizionista, in tenuta estiva che metteva a nudo due gambe bianchicce ma ancora dignitose, è sceso nel prato, si è fermato al centro del praticabile e ha invitato la bambina a farsi da parte che ghe pensi mì.
Con un certo sconcerto, è sceso il silenzio.
L’Esibizionista ha alzato le braccia, allargato le gambe, cercato la postura laterale e le migliori condizioni del vento e come nei grandi momenti delle conquiste umane ha lanciato le mani sulla soffice erba di giugno. I piedi sono saliti verso l’azzurro del cielo, come aironi nella corrente ascensionale d’aria tiepida, e dal punto più alto sono ricaduti al suolo trascinando l’Esibizionista verso la chiusura della figura. E come in tutti i momenti di conquista, quando ci sono frasi immortali che i posteri si tramanderanno per secoli, subito dopo aver ripreso contatto con la realtà, l’Esibizionista ha esclamato:
Mi sono strappato.

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