tuttologia in direzione contraria

Come da ragazzi

Due amici si rivedono dopo tanti anni. Si stringono la mano.

– Come stai?
– Non malaccio. E tu?
– Ah, bene. Penso le stesse cose che sentivo da ragazzo: è bello stare insieme.
– Sei sempre stato un immaturo sognatore, quasi inutile. Non hai nemmeno le rughe.
– Ma se non ho ancora spiegato quali cose mi piacciono?
– Le so, la fratellanza, l’amore, la musica, il gioco.
– Anche l’aria di montagna, ti ricordi? La birra in agosto, la pioggia sulle lamiere.
– Tempi passati. E cosa ci guadagni?
– Niente, sono inutili, lascio il guadagno a te.
– Non essere arrogante.
– Scusa, ecco bravo, l’arroganza non mi piace, ora come allora.
– Dillo a chi ci minaccia.
– Chi ci minaccia?
– Quelli che non lavorano, o rubano, o non rispettano la nostra cultura.
– Quelli che rubano i boccalini per non lavorare?
– Non prendermi in giro.
– Ma no, la domanda è seria.
– Non sei serio, cazzo!
– Ero così anche da ragazzo, te l’ho detto.
– Per questo non hai una posizione.
– Sto in piedi, è poco?
– Stai più seduto che in piedi.
– È una posizione anche quella.
– Io parlavo di un mestiere, una famiglia, uno stipendio, una ditta.
– Ma quelle ce le hai tu, non ti basta?
– E mi tocca mantenere quelli come te.
– Esagera. Non sei contento di tutto questo tuo altruismo?
– No, i soldi miei sono miei. Li guadagno alzandomi alle sette e andando a dormire alle nove.
– Hai ragione. Ti ammiro. Sei felice?
– Certo, mi piace il mio lavoro.
– Era quello che sognavi?
– Sì, da sempre.
– Allora vedi? Senti le stesse cose che sentivi da ragazzo. Come me.
– Però io mi sono fatto una casa, tu no.
– Siamo daccapo: non tutti possiamo avere una casa, o almeno desiderarla. Sono contento per te. Io sto bene anche a casa degli altri.
– O per strada…
– Bello, in strada, fai cose, vedi gente. Come da ragazzo, vedi che caso?
– Quando starai male non avrai nemmeno un posto dove farti curare.
– Ollallalà.
– Devo andare, pausa finita.
– Ci vediamo.
– Tra vent’anni. Ciao.
– Allora ciao.

gene


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