
[…] Perché agivo così, con quella prudenza che lasciava al caso le sue mosse e mi paralizzava? Quando volevo invece vederlo… Stare con lui in qualche posto da soli. Parlarci baciarlo ascoltarlo annusarlo toccarlo, guardarlo muoversi, magari anche solo quando preparerebbe il caffè in un mattino di pioggia e lui pensa che non ci bado e così armeggia naturale, nella semplicità miracolosa delle faccende.
E invece no, lo sfuggivo con il cuore in buzza e i pensieri aggrovigliati. Non sono capace di oppormi ai giudizi di mia madre e all’indifferenza stopposa di mio padre. Divento vecchia, immobile. E gelosa, che non so cosa fa quando va in giro, anche se ne ha il diritto. Non so nemmeno se mi voglia bene, ma potrebbe di certo odiarmi. Forse sono tutte cose che mi invento e quel bacio era stato solo un fare da ciocca. Dentro una bella festa che è diventata scottante per me, mentre lui tornava a buttar giù birre con i soliti idioti.
Mi fa rabbia, lo desidero.
Eppure non ho fatto niente, non uno schiaffo, non un sorriso. Tutto giocherà contro, i compleanni, le vacanze, l’automobile. Non so neanche come vestirmi, ho paura che ormai non mi guardi più. Non mi cerca nemmeno con gli occhi, quel cercarsi di nascosto che è così bello. Gli parlo a fare? Perché mi domanda se sabato sono in giro e io rispondo non so?
Mi sento ingabbiata, morente nelle mie ritrosie, che non sono veramente mie nemmeno quelle: sono armate dai giudizi impietosi dei miei su di lui, e mai, mai, che spiegassero il perché. E allora resto lì a guardare la televisione, o il soffitto, senza capire niente. Lui di sicuro andrà ancora in giro con quelli del calcio, o chissà dove, a ridere con il Gabi, magari di me, che sono scema.
Cosa me ne faccio dell’auto nuova? Sono quella del due di picche quando la musica finisce, e nel buio della notte mi sento davvero sola e la settimana che arriva è un dovere. Afflosciato come le passeggiate in campagna nella speranza di vedere lui, che non c’è mai e forse si nascondeva apposta per non incontrarmi.
Non lo troverò il coraggio di dirgli queste cose, ho paura che fugga ancora, o che risponda che no, non gli interesso. E se lui fugge, cosa faccio io? Lo inseguirò con l’audacia che non ho, o resto a casa a mangiare i tortellini la domenica con la stessa voglia dell’inghiottire segatura? Mi detesto. […]
gene
