tuttologia in direzione contraria

Ribellione a dicembre

Gli era sempre piaciuta l’entrata a pie’ pari di quando giocava a calcio. Il dicembre di quell’anno, che dapprima s’intendeva metaforico e santo – la tradizione, l’idea, la pace, la neve, l’altra guancia – lo volle pratico come spalare terra.
Sveglia! C’è da fare, periodo buono per vendere e comprare!
Ah ‘iocane. E il sacro allora?
I money, tarluch! Dasedet!
Verso il due, un martedì che albeggiava dopo il solito lunedì a tirare assieme un bel niente, si propose con grinta: faccio anch’io. Sfogliando di qua e di là, giornali e social più qualche distratta occhiata alla tele e orecchie acufeniche alla radio, aveva notato orsacchiotti di pangrattato, coltelli cinesi, ventole per stufa, white week, aberelli di polistirolo, corsi relazionali, consigli musicali e opere pie à la carte – elenco ridotto per questioni di spazio e possibile noia per chi legge, ndr, nota del resiatt.
Faccio anch’io, ma cosa? In uscita, già sull’uscio, brillavano alcuni libroidi, raccolte di cose vecchie e di cose pretestuose che magnificavano odissee de ‘sto caz, gialli di un mondo improbabile, affermazioni estese di sé, depurazioni di stile in equilibrio, deliri di canaglie a invito, riesumazioni di cadaveri letterari. In fondo, Gesù Bambino ha tutto sotto mano.
Un libro ce l’aveva anche lui, concluso qualche mese prima dopo cinque anni a mettergli un tetto di cemento armato su pareti di abete di 13 mm (le perline). Crollato e bocciato da alcuni editori? Ci rimase male, ma poi si era detto che lui si spezza ma non si piega, proprio il due se lo disse.
Convocazione a velocità della folgore di tutti i santi del calendario, che non fanno mai niente tranne stare lì di fianco alle annotazioni – Compleanno del Senesio. Dentista. Riunione Ovini. Apericena coi Majoti. Fine dieta.
I santi del Collettivo Cimitero, per colletta e autopublishing, dissero sì. E con uno dei loro miracoli, per il dodici era stampato e verso il venti almeno quattro copie erano state vendute, scambiate per pubblicazioni dei Geova, con tanto di porta a porta e prediche sulla decadenza.
Altro che teorie sulla bontà e sui giusti modi di dire, sui viaggi della speranza e sui ritorni d’immagine. Le contumelie dei “clienti” meritavano ascolto.
Venduto aveva venduto, contributo dato. Portò le sedici copie restanti sotto l’albero della piazza e gli diede fuoco come al primodagosto, divertendosi fino alla cenere.
A Natale mangiò ravioli in scatola. Da solo.

gene


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