tuttologia in direzione contraria

Lettera di viaggio

Cara figlia mia,
camminerai su alcuni passaggi dove camminai io, quando lasciai Quemchi; troverai impronte al Paine, a Puerto Natales, El Calafate, gli stessi sguardi meravigliati al ghiacciaio o all’oceano, acque mobili alle quali apparteniamo.
Sarà la Patagonia struggente che non conosce confini, anche se divisa dalla sciocchezza dell’uomo, che ha messo una frontiera tra popoli fratelli.
È la Patagonia che ha accolto genti di tutta la epoche, reietti e fuggiaschi, che lì si sentirono e si sentono al riparo.
È la terra-madre, la udrai anche tu cantare verso Antartide.
Severa e maestosa, si impone per grandezza e solitudine, ma di quella solitudine che aiuta a ritrovare sé stessi, come il deserto cristiano.
Ti accompagnerò da lontanissimo, e so che tu mi terrai con te. Sarà come un ritorno in un tempo e uno spazio tanto amati, che chiedono soltanto di fondersi con il senso vero del vivere sulla terra.
Lì, in quella luce perfetta, sentirai battere il ritmo del cuore siderale, quello che le nostre civiltà alienanti cercano di seppellire sotto lapidi di cemento e ingiustizia.
La Patagonia ti aspetta, ti riconoscerà.
Buon viaggio, occhi miei.

Francisco Coloane


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