
Per inaugurare il decimo anno di questo blog, mentre si legge occorre tenere a mente questa frase: “Chi se ne frega”. Enunciazione che serve in ogni occasione, per valutare con distacco le parole altrui, siano canzoni, o poesie, o sceneggiature, o allocuzioni politiche, o semplici comizi da osteria. Tipo: mi piace essere preciso (chi se ne frega); sono disordinato (chi se ne frega).
Allora, mentre levigo un coprifilo in larice con la carta vetrata grana 180 mi si stacca una scaglia, che si infila nella carne del medio e parte un porco X. Il che non mi impedisce di estrarla senza spezzarla, facendo i conti con un dolore appuntito che raggiunge la pianta del piede sinistro. Madonna Y, ma la tengo con la stessa cura che si usa per stringere un moscerino tra le dita senza ucciderlo. La riattacco con la colla bianca, metto lo scotch per allinearla alla sua origine, aspetto due ore, tolgo lo scotch come si fa con le bocce di Natale, levo il residuo di colla secca con lo scalpello affilato sulla cote, e levigo come se passassi la mano su un volto caro, con la stessa carta vetrata 180. Osservo, ritocco, osservo ancora. È fatta. (Chi se ne frega).
Arrivo alla fine del capitolo del mio libro che sto scrivendo e ritorno alle virgole, ai punti, alle subordinate, alle pause. Cerco il ritmo, e lì vedo che ci vuole un punto e virgola. Lo metto verso le dieci di mattina, ma a mezzanotte lo elimino. Perfetto. (E chissene).
Ci vuole una punta di cumino e i minuti devono essere 43, non 44 o 42. 43. Poi il reale di manzo è giusto, lavorato dal giorno prima con una marinatura a secco con 2percento di sale e 2.5percento di zucchero, temperatura ambiente. (Chi se ne eccetera).
Tra tutte queste fisime di una precisione fatta di esperienza, ci sono: trucioli bestemmie cacciaviti vernice, tutto sparso nel mio banco e per terra; tabacco bestemmie macchie sul divano all’aperto dove scrivo; bucce briciole bestemmie coltelli dove cucino. (Csnf).
No, è per dire che quello che è lindo nel blog, lascia indietro scorie e disordini tali da seppellirci tutti e da vivi. Ed è chiarissimo che a questo punto salga alto e giusto il grido: Chi! Se! Ne! Frega!
Uno due tre, tutti insieme, dai:
gene















