Nell’angoscia del respiro mozzato, dal tramonto all’alba mi trafiggevo di miraggi che
svanivano al tac del bilanciere. Non trovavo requie, quella vecchia avida meritava di morire. La collana di mia madre era andata perduta nelle sue mani grinzose, in cambio di denaro d’usura. Soldi non ne avevo più, gli ultimi li avevo spesi per il vino nell’osteria di Via Cancelleria, quella stessa notte.
Percorsi la via fino a Piazza Ladislao, spasmi a strozzarmi la bocca dello stomaco, acidità nel naso e nella gola, lo stiletto nella tasca del pastrano e il gelo nelle ossa. Guardavo le luci a gas e prendevo coraggio, volgevo gli occhi al selciato e lo smarrivo. Più volte stetti per tornare alla stanza dei miei giorni sfumati a dissipare talento. Ma avanzai.
In Via del Voto, al 37, la casa della vecchia era lì, buia. Lei stava all’ultimo dei tre piani. Mentre salivo i gradini di legno disseccato da mille passi, il cuore mi parve fermo, nel terrore di una porta che si aprisse. Davanti a quella della vecchia riprese a battere come un martello su un’incudine. Da dentro nessun rumore. Scostai l’uscio e una massa grigia mi urtò la gamba. Arretrai raggelato e richiusi. Il gatto balzava giù dalle scale, infernale. Ridiscesi e fuori dal portone vomitai vino fermentato e pezzi di pane interi. Mi pulii la bocca con la manica e di corsa attraversai vie e piazze fino a casa, come se avessi il diavolo aggrappato al pastrano.
Entrai nella cella che era la stanza, mi gettai sul divano e nascosi la testa sotto la coperta lercia. Non piansi, non respirai. Il bilanciere faceva tac. Stetti giorni e notti in preda a una corrente che mi bruciava il sonno. Meritava di morire quella vecchia avida. Il pensiero inesorabile del fallimento mi annientò. La collana di mia madre era perduta per sempre.
gene
Postilla
Siamo tutti dei falliti rispetto ai nostri sogni.
Romain Gary

5 risposte a “Castigo”
Il sogno e’ sogno. La sua caratteristica e’ proprio quella, si realizza, non si realizza.
Questa dualita’ fa si che se non si realizza ce ne duoliamo fino ad un certo punto proprio perche’ abbiamo messo in conto il suo non realizzarsi.
Ecco perche’ secondo me non c’e’ mai fallimento rispetto ai sogni.
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okay, ma il protagonista la prende malissimo comunque
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beh, mi pare che il protagonista più che un sogno aveva desiderato la vendetta e/o giustizia e non abbia avuto alla fine il coraggio per fortuna e/o sfortuna. Niente a che vedere con i sogni.
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dai, comunque, in senso figurato, sognare è sinonimo di desiderare, no?
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puoi desiderare una bistecca, la compri e la mangi. Puoi sognare di andare su Marte o di passare una notte con Belen e …
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