La signora Jole si è sposata due volte. Anche la seconda in chiesa, dice. Ora fa avanti e indietro col bus, intrattenendo il guidatore appostata sul sedile davanti. Nelle pieghe di discorsi sul tempo in cui viviamo, tra piogge, siccità, prezzi, guerre e maleducazione, riesce ad attirare la vittima al volante con ammiccamenti sulla serietà dei mezzi pubblici.
Conversazione tipo.
– Non ce ne sono tanti di chauffeur bravi come lei, sa?
– Grazie signora.
– Sa che molti non mi fanno nemmeno scendere davanti?
– Eh…
– E tanti altri fanno fatica a salutare.
– Un saluto non costa niente.
– Che poi i più maleducati sono quelli che arrivano sempre in ritardo.
– Ma sa, il traffico, gli studenti, i biglietti…
– Sì, ma insomma, che modi.
Nell’esporre le lamentele si china in avanti e probabilmente oscura pure lo specchietto retrovisore destro con la potente cotonatura tinta di biondo.
L’altra sera ha raccontato la sua storia sentimentale a un altro pilota. Due matrimoni, in chiesa anche il secondo.
– Sono stata sola otto anni tra l’uno e l’altro.
Beh, non proprio sola. Ha spiegato di avere avuto una lunga relazione d’amore con un uomo sposato, che le diceva sempre “Mi separo, giuro”. Ma lei che non è mai stata una sfasciafamiglie si era sempre opposta.
– Un giorno mi sono stufata però, e sa una cosa?
– No – ha risposto l’autista, non si sa se distratto, curioso o ottuso.
– Un mese dopo che ci eravamo lasciati si è separato dalla moglie – ha declamato, come se fosse una primizia.
Ha poi aggiunto che in seguito un amico la invitò in un agenzia per cuori solitari e che lì, per telefono, si diede appuntamento con il signor Gaudino. A lei, ha precisato, bastava incontrare qualcuno che le facesse compagnia senza picchiarla.
– Uscivamo il sabato e la domenica, per gite e pranzi. Al signor Gaudino dissi che io desideravo solo un’amicizia. Ne ero proprio convinta, ma poi è diventato…
La signora Jole ha sospirato sognante, nello sfavillìo del suo biondo tinto, in vana attesa che l’autista interloquisse.
– Beh sì, insomma… È diventato un rituale e ci siamo sposati.
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Postilla
Come i cimiteri e gli ospedali, i bus sono luoghi d’incontro
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Una replica a “Il rituale”
Molto bello questo racconto e ogni posto può diventare un luogo di incontri
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