tuttologia in direzione contraria

La frana e il fiore

Sotto quella Cosa apparsa al mattino, sono certo che già nasce Qualcosa. Cominciare a dire senza riuscire a dare un nome proprio sembra avvilente. Invece no, la Cosa che per tutta la notte ha scosso, non ha nome perché sarebbe maligno; del Qualcosa che nasce non so nulla. Potrebbero arrivare entrambe, la Cosa immensa e sfatta e il Qualcosa esiguo e solitario, da un’altra parte, da un altro pianeta. La Cosa lercia e notturna che ha distrutto e sotterrato sembra invincibile, ma ormai è inerte e la buona volontà delle mani la sposterà a poco a poco. Il Qualcosa minuto sta invece già lavorando e a lasciarlo fare crivellerà il mostro sbriciolandolo. Anche se noi, io e te, tra cent’anni non ci saremo più, per sfinimento o violenza, il Qualcosa andrà avanti avvolgendo la Cosa immonda fino a ricacciarla in quell’oblio dove deve stare, dove stava prima. Chiedo dunque, che una parte del Qualcosa possa ornare il riposo e confido che mani sempre giovani non le facciano mancare gocce d’acqua, piano, una alla volta, senza danno o fragore, senza spavento.

gene

12 luglio 2024


2 risposte a “La frana e il fiore”

  1. Noi custodiamo nel cuore il ricordo di quanto era bello prima della Cosa. Chi verrà dopo, probabilmente, guarderà il paesaggio con occhi diversi. Tante braccia assieme alle nostre mani, ma soprattutto il tempo e la natura che cresce nonostante tutto faranno tornare questo paese sfregiato a germogliare. Se guardiamo le foto tanto meravigliose possiamo notare che la bellezza si adagiava tra i massi. La natura in Bavona è prepotente, invadente sarà per questo che è così maledettamente bella e ti ruba il cuore (parlo x me ovviamente) 😃

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